N° 114
L’ULTIMO ROUND
1.
Il mio nome è Ben Urich e
sono un giornalista. Quante volte me lo avete sentito dire? Meglio non
contarle.
Oggi
sono qui per raccontarvi una storia di intrighi finanziari, di gangster
ambiziosi e perfino ninja assassine. Un mix interessante, non trovate? Il tutto
sullo sfondo di un incontro di boxe nella Città del Peccato per eccellenza.
Mettetevi
comodi. Comincia l’ultimo atto.
Il nome della donna in rosso è
Elektra, una killer a pagamento tra le più efficienti e costose. È stata
addestrata dalla misteriosa setta giapponese nota come la Mano e si è rivelata
la sua più promettente allieva.
Si potrebbe dire quasi lo stesso
della donna completamente avvolta da una calzamaglia verde che ora la
fronteggia sul tetto di un palazzo di Las Vegas nel Nevada.
Quasi nessuno sa il suo vero nome, è
nota solo come Lady Gorgon. Su di lei circolano diverse leggende: che, come
Elektra, sia una donna occidentale, che il suo volto ed il resto del suo corpo
siano ricoperti di orribili cicatrici dovute ad un incendio a cui è
sopravvissuta a stento, che in realtà sia morta e sia stata riportata in vita
dai riti magici conosciuti dagli adepti della Mano. Quest’ultima cosa potrebbe
essere vera perché la Mano conosce davvero i segreti per riportare in vita i
morti e la stessa Elektra potrebbe confermarlo.
La ninja greca fissa la sua
avversaria negli occhi e dice:
-Wolf Dietrich è
decisamente prevedibile. Dopo Lady Bullseye ha assoldato un’altra killer della
Mano per impedirmi di ucciderlo. Ti senti davvero sicura di riuscire ad
impedirmelo?-
La sola risposta di Lady Gorgon è un
affondo con la sua katana che Elektra evita con una mossa acrobatica.
-Come vuoi tu,
allora.- dice.
Impugna la sua katana e le due lame
si scontrano.
Ad onta del suo nome il Gentlemen Desert Club
non è esattamente frequentato da gentiluomini ma dopotutto la cosa non mi
riguarda. Solo un contorto complesso di circostanze mi ha portato a trovarmi
tra le sue mura ultimamente e quello che succederà dopo che sarò tornata a New
York non sarà più affar mio.
L’auto
scura si ferma proprio di fronte a me che sono in piedi davanti al locale
ancora chiuso. Il guidatore si sporge dal finestrino e mi dice;
-Spero di non averla fatta aspettare troppo,
Miss Nelson.-
Abbozzo
un sorriso e replico:
-Niente affatto, Mr. Peterson.-
-Mi chiami pure Mal, come fanno tutti.-
Come
un gentiluomo d’altri tempi scende dall’auto e mi apre la portiera aspettando
finché non sono seduta per ritornare al posto di guida. Una cortesia
inaspettata per uno del suo ambiente.
Il
mio istinto mi dice che Malcolm Peterson non è semplicemente un allibratore di
piccolo calibro, ma nasconde dei segreti che forse non è il caso di tentare di
scoprire.
Mi
chiamo Candace Nelson, sono una giornalista del Daily Bugle ed ho una capacità
fuori del comune a finire nei guai.
2.
Il
mio nome è Matt Murdock e sono un avvocato. Quando ero adolescente un incidente
mi ha privato della vista donandomi al tempo stesso sensi superacuti grazie ai
quali ho intrapreso una carriera parallela nei panni del vigilante in costume
chiamato Devil ed è proprio nei come Devil che mi trovo sul ciglio di una
strada di Las Vegas, Nevada e sento un’auto venire verso di me.
L’auto
si ferma accanto a me. Anche se non posso vederla, so che è una limousine nera.
Dall’interno arriva una voce di donna che mi dice:
-Sali.-
Non me lo faccio ripetere due volte e mi ritrovo seduto
di fronte alla mia attuale compagna di vita e di avventure: Natasha Romanoff,
meglio nota come Vedova Nera.
-Com’è andata, Matt?- mi
chiede.
-Tutto sommato bene.-
rispondo -La killer che si fa chiamare Della è nelle mani della Polizia, ma il
Punitore mi è sfuggito.-
-In fondo non mi
dispiace.-
-È un assassino Natasha.
Il fatto che uccida solo criminali non lo scusa.-
-Dal mio punto di vista
sì. Scusami, Matt. La mia etica è diversa dalla tua, lo sai.-
Scuoto la testa. È meglio per entrambi non approfondire
l’argomento. Le chiedo:
-E a te, com’è andata,
invece?-
-Direi ottimamente.
Hildegarde Dietrich ha fatto un volo nel lago e potrebbe esserci rimasta secca.
Non piangerò certo per lei. Io mi sono impadronita del suo elicottero ed ora i
suoi complici sono sotto custodia della Polizia anche loro.-
-Abbiamo segnato un altro
colpo, ma basterà a dissuadere Wolf Dietrich dal riprovarci?-
-Credo che qualcun altro
se ne stia già occupando.- replica Natasha in tono grave.
La cosa non mi piace.
Le lame delle due katane cozzano l’una contro
l’altra producendo scintille. Elektra para senza troppe difficoltà gli affondi
della sua nemica, ma sa bene che non può essere sufficiente. Questo scontro può
finire solo con la morte di una delle due e non intende essere lei a morire di
nuovo.
Le era giunta voce che Lady Gorgon
fosse morta, uccisa da Daken, il figlio di Wolverine,[1]
ma non bisogna mai dare troppo credito alle voci sulla morte dei killer della
Mano e lei ne sa molto al riguardo.
Salta agilmente evitando un fendente della sua avversaria ed atterra
alle sue spalle. Matt sarebbe fiero di me, pensa, ma non per quello che sto per
fare.
Non ha ancora toccato terra che ha estratto un pugnale tantō e lo
ha lanciato alle sue spalle senza quasi guardare. La lama attraversa il collo
di Lady Gorgon che cade in ginocchio. Non è morta ed ha abbastanza forza da
afferrare il manico del pugnale ed iniziare a sfilarlo.
-Spiacente, ma non
lo farai.- dice Elektra e cala con forza la sua katana.
Diario del Punitore. Sono rientrato nel mio alloggio temporaneo ed ora riempio la mia borsa da viaggio mentre aspetto che Mickey Fondozzi
venga a prendermi con il mio furgone speciale. È ora di lasciare Las Vegas
anche se spero di poter riuscire a portare a termine un ultimo compito prima di
andarmene.
-Sapevo di aver già
visto la tua faccia da qualche parte ed ora che sei senza barba ho finalmente
capito chi sei… Punitore.-
Mi volto di scatto impugnando una pistola e sulla soglia vedo stagliarsi
la padrona di questo posto: Wendy Hawthorne, ma potrebbe essere la sua gemella
Goldie dopotutto, anche se è improbabile
-Non hai bisogno di
quell’arma con me.- mi dice -Non ho nessuna intenzione di denunciarti.-
Riabbasso la pistola e le dico:
-Non l’avrei mai usata
su di te. Io uccido solo i criminali.-
-Mi fa piacere non
essere sulla tua lista nera. Vedo che te ne stai andando.-
-Qui ho finito… quasi.-
rispondo.
3.
L’uomo che si presenta nella suite di Wolf
Dietrich viene accuratamente perquisito e solo quando le guardie sono assolutamente
convinte che non abbia armi o microfoni nascosti gli consentono di vedere il
loro capo.
L’uomo corpulento, per non dire grasso, seduto su un’ampia poltrona non
si sforza nemmeno di mostrare cordialità:
-Hai scelto un brutto momento per farmi visita, Alexander.- dice al suo
ospite.
-Ho saputo.- replica Alexander Bont, già capo della Mafia irlandese di
New York sedendosi -Una delle tue figlie è dispersa, forse morta e l’altra è in
prigione. Mi dispiace per te.-
-Hilda è una dura. Non crederò che è morta finché non vedrò il suo
cadavere.-
-Ma non è ancora tornata, giusto? Brutto segnale non credi?-
-Perché sei qui Alexander? Non è certo una visita di cortesia la tua .-
-Dritto al punto eh? Hai ragione, non è una visita di cortesia. Come sai,
mi restano solo pochi mesi di vita e nel tempo che mi resta ho deciso di
chiudere alcuni conti in sospeso. Sono qui per vederti morire, Wolf.-
-Cosa?-
Improvvisamente Dietrich
sente qualcosa di appuntito premere contro la sua schiena, poi una voce di
donna alle sue spalle.
-La tua killer ha fallito Dietrich.-
-Elektra!- esclama il boss tedesco.
-Ti avevo avvertito ed io non do mai più di un avvertimento.- prosegue
Elektra.
Istintivamente Dietrich
prova ad alzarsi, ma ormai è troppo tardi. Una lama affilata trapassa la
poltrona e si conficca nella sua schiena. Prova a gridare, ma dalla sua bocca
esce solo un gorgoglio ed infine reclina la testa.
La porta del salottino
si spalanca ed irrompono le guardie del corpo di Dietrich impugnando le loro
pistole. Elektra sfila la sua katana e sorride.
Poco più di un minuto
dopo sul pavimento ci sono tre cadaveri.
-Complimenti, Miss Natchios.- le si rivolge Alexander Bont -Vederla in
azione è stato… interessante. Eric Slaughter aveva ragione su di lei.-
-Elektra. Non Miss Natchios, solo Elektra.- precisa lei.
Si avvicina alla
finestra aperta ed in un attimo è già scomparsa.
La notizia fa il giro di Las Vegas in pochissimo tempo: un potente boss
del crimine organizzato, uno dei membri della famigerata Commissione del
Maggia, è stato assassinato e per quanto ci provino, i detective della Polizia
Metropolitana non riescono ad impedire che i dettagli su come è stato ucciso
arrivino ai media.
La morte di un boss del crimine internazionale fa decisamente sensazione
anche in una città come Las Vegas. È inevitabile farsi delle domande. Ad una
almeno il vostro Ben Urich crede di avere una risposta.
-Elektra.- dico.
-Ne sei sicuro, Ben?-
mi chiede la mia giovane collega Candace Nelson.
-Se davvero è stato passato
da parte a parte da una spada, non può essere stata che lei, ci scommetto
quello che vuoi.- rispondo con sicurezza.
-E chi potrebbe
averla ingaggiata?-
-Questa è davvero una
bella domanda, ma temo che non avremo mai la risposta… anche se potrei avere
qualche sospetto. Di sicuro qualcuno con molti soldi, Elektra costa molto, e
che non teme la vendetta del crimine organizzato. Ti viene in mente qualcuno con
queste caratteristiche?-
-Un paio di nomi in
effetti. In ogni caso non piangerò certo per un uomo disgustoso che mi voleva
morta.-
-Non posso darti
torto.-
-Credi che questo
significhi la fine del complotto del Maggia per impadronirsi della città, Ben?-
mi chiede ancora Candace.
-Molto probabile.-
rispondo -Chiunque abbia assoldato Elektra per uccidere Dietrich ha anche
voluto dare un avvertimento: se insistete, i prossimi sarete voi.-
-E chi oserebbe
sfidare così il Maggia?-
-Credo che sia più
saggio non chiederselo a meno di non avere prove inoppugnabili… e non le avremo
mai.-
-Pensi che questo si
rifletterà anche sul match di domani?-
-Chi può dirlo? Con
uno come Nick Cavella di mezzo tutto può succedere.
E la cosa mi preoccupa non poco.
Cerco di fare la voce più dura che posso mentre mi rivolgo a Natasha
dicendo:
-Tu lo sapevi, non è così?-
-Diciamo che lo sospettavo, sì.- risponde lei
Il suo battito cardiaco
ha solo una minima variazione. Con un’altra persona concluderei che non sta
mentendo, ma lei è stata la migliore spia del mondo, addestrata a mentire come
a respirare.
L’espressione sul mio
volto deve essere molto eloquente perché lei si alza, mi viene vicino e mi
accarezza il volto.
-Non ti sto mentendo, Matt, lo sai. Ti giuro che non sapevo che Elektra
sarebbe stata ingaggiata per uccidere Dietrich anche se avrei dovuto
aspettarmelo, lo ammetto.-
-Il tuo amico Howard ha reagito rapidamente al tentativo di ucciderlo ed
Elektra era stata sul suo libro paga in passato.-
-È nello stile di Harold in effetti. Reagire così prontamente intendo. In
ogni caso, non voglio essere ipocrita: sono contenta che Dietrich sia stato
eliminato.-
-Capisco benissimo. C’è ancora in giro Nick Cavella, ma non mi
preoccupa.-
-E comunque potrebbe ancora farlo fuori il Punitore. Ci risparmierebbe
qualche fastidio. -
-Il tuo cinismo è impressionante, Natasha. -
-Ma per fortuna ci sono altre mie doti che apprezzi, non è vero?- mi dice
facendosi sempre più vicina e sfiorando le mie labbra con le sue e non posso
che ammettere con me stesso che è così.
4.
Nick Cavella è spaventato e chi potrebbe
dargli torto? Il Punitore è stato avvistato in città ed è stato proprio lui a
sterminare tutta la sua famiglia. È quasi certamente venuto a finire il lavoro.
Come se non bastasse Wolf Dietrich è stato
ucciso e forse la killer che lo ha sventrato è ora sulle sue tracce.
Non gli resta altra scelta che restare
nascosto fino a che il pericolo non sarà passato anche se… farà la figura del
vigliacco, cosa che danneggerà la sua reputazione presso il Sindacato[2]
e la sua credibilità come capo della zona di Las Vegas.
Se non altro è un vigliacco vivo.
Diario
del Punitore. Il furgone ha attraversato il confine tra il Nevada e la California. Il
conto con Nick Cavella è solo rimandato, però.
Uno di questi
giorni, quando meno se lo aspetta, tornerò e la farò finita una volta per tutte
con la famiglia Cavella.
-Dove andiamo, Frank?- mi chiede Mickey Fondozzi.
-A Los Angeles.- rispondo -Ci sono ancora molti
criminali a Los Angeles.-
Il
mio lavoro non finisce mai.
Quasi nello stesso momento una donna dai
capelli neri vestita casual si imbarca sul volo che dall’aeroporto McCarran di
Las Vegas porta al J.F.K. di New York. Il nome sulla carta d’imbarco è Mary
Salvatore, ma è falso come il resto dei suoi documenti.
Elektra sta tornando a
casa.
5.
Aaron Fredericks, Sceriffo della Contea di
Clark, un afroamericano calvo e dal fisico massiccio, si rivolge all’uomo
seduto di fronte a lui e dice:
-Dammi un buon motivo per cui non dovrei farti arrestare per complicità
in omicidio, Bont.-
-Perché sono innocente?- replica tranquillamente Alexander Bont.
Fredericks scoppia in
una risata poi torna serio e ribatte:
-Non provare a prendermi in giro. Ti hanno trovato seduto in una
poltrona a pochi passi dalla scrivania dove giaceva il cadavere squarciato di
Wolf Dietrich, per tacere di quelli delle sue guardie del corpo sul pavimento,
e vorresti farmi credere che non c’entri niente?-
-Ti faccio notare che sono stato io a chiamare la Polizia. Lo avrei
fatto e sarei rimasto ad aspettarla se fossi coinvolto?-
-Forse è proprio quello che hai pensato.-
-Mi fai più furbo di quello che sono.-
-Va bene, piantiamola qui. Cosa sai del killer?-
-Quello che ho già detto ai tuoi detective almeno un paio di volte: era
una donna, vestiva di rosso e non l’ho vista bene in faccia. Sono malato ed i
miei occhi non sono più quelli di una volta.-
-Stai mentendo.-
-Provalo.-
Per qualche istante i
due uomini si fissano senza parlare poi Fredericks dice:
-Puoi andare, per ora, Bont, ma non abbiamo ancora finito io e te.-
-Chissà?- replica il vecchio gangster alzandosi.
Mi
chiamo Candace Nelson e sono una giornalista. Lo so, non è la più originale
delle introduzioni,[3] ma
non me ne è venuta in mente una migliore.
Sto
riflettendo su tutte le cose che sono capitate durante quella che doveva essere
una normale trasferta di lavoro per coprire un match di boxe per il titolo dei
Pesi Welter quando il mio cellulare squilla. Vedo il numero e sospiro:
<<Ciao,
tesoro, come stai?>> mi dice una voce ormai ben nota.
-Sto bene adesso,
ma lo sai benissimo, Bumper.- replico con voce seccata -E non chiamarmi tesoro,
te l’ho già detto.-
Lei fa una risatina e continua:
<<Quando
torni a New York passa a trovarmi. Ho qualcosa per te e non accetto un no come
risposta… tesoro.>>
Io e Bumper Ruggs, la Regina del Vizio della
Costa Est abbiamo una relazione complicata. No, non quel tipo di relazione a
cui forse avete pensato. È qualcosa d’altro e di più pericoloso.
Ha
impedito un paio di volte che mi uccidessero, ma non l’ha fatto solo per pura
bontà d’animo. Ho dovuto pagare un prezzo per questo e forse le ho venduto la
mia anima.
Lei
sa che cederò alla curiosità e che una volta a New York andrò da lei e questo,
ne sono certa, mi causerà altri guai.
In una camera privata del più grande ospedale
di Las Vegas un uomo alto e robusto si sta rivestendo quando entra una bella
donna dai capelli biondi.
-Non si usa bussare prima di entrare nelle camere altrui?- dice l’uomo in
tono sarcastico -E se fossi stato nudo?-
-Sono io che pago questa stanza, quindi ci entro quando voglio.- ribatte
Suzy Berengetti -E comunque non avrei visto nulla che non abbia già visto un
sacco di volte. Ora mi spieghi cosa vorresti fare?-
-Non è ovvio? Me ne vado da qui.-
-Ti hanno sparato, hai subito un delicato intervento chirurgico, sei
rimasto in coma due giorni, cosa ti fa pensare di essere pronto per andartene?-
-Il mio fisico eccezionale, ovviamente.- replica con un sogghigno Sean
Clinton McIntyre -Lo stesso che apprezzi in altre circostanze. Ora mi sento
bene. Dovresti saperlo che ho eccellenti facoltà di recupero.-
-Lo so, ma voglio essere sicura. Ho avuto troppa paura di perderti.-
-Ok, farò il bravo bambino e mi farò visitare prima di andarmene,
contenta?-
Suzy sospira.
6.
Il gran giorno è arrivato finalmente. Robert Baldini e Jake Brown sono
pronti a battersi per il titolo unificato dei Pesi Welter. Per quanto dipende
da loro sarà un incontro leale, ma ci sono altri che potrebbero pensarla
diversamente.
Il Coliseum è affollato come non
mai. Chissà quanti degli spettatori immaginano quali intrighi hanno fatto da
retroscena a questo match?
Mi guardo intorno e vedo che sono
presenti tutti i protagonisti di questo nostro piccolo dramma. Suzy Berengetti,
proprietaria del Coliseum, è seduta in prima fila ed ai suoi lati ci sono il
suo Capo della Sicurezza il massiccio Sean Clinton McIntyre, stretto in un
abito che sembra sul punto di scoppiare sotto la pressione dei suoi muscoli, e
la statuaria Tandy Wentworth.[4]
Non molto distanti ci sono Natasha Romanoff ed il suo padrino Ivan Petrovitch.
Niente Matt Murdock. Avrà preferito restare in disparte per poter intervenire
come Devil. La sua assenza è giustificata. Dopotutto perché un cieco dovrebbe
voler assistere ad un match di boxe?
Anche Alexander Bont è presente.
Nulla di strano: è uno degli sponsor di Baldini anche se non ho ancora capito
perché.
Anche Nick Cavella è uscito dal suo
rifugio sicuro per presenziare al match. Evidentemente la necessità di
sorvegliare da vicino i suoi interessi è stata più forte della paura di essere
ucciso dal Punitore.
Se davvero ha organizzato qualcosa
per truccare il match ce ne accorgeremo presto e mi auguro che Matt riesca ad
intervenire in tempo.
Il match comincia. I due pugili si studiano, si scambiano i primi colpi.
Per il momento nessuno dei due sembra prevalere sull’altro. Il primo round
finisce senza che nulla succeda ed i pugili tornano ai rispettivi angoli.
Robert Baldini ha
aspettato questo momento da una vita e non se lo farà sfuggire. Gli hanno detto
che dei gangster starebbero complottando per truccare l’incontro, ma non gli
importa. Ci è già passato,[5]
non si è fatto intimorire allora e non lo farà adesso.
Il gong segna l’inizio
del secondo round. Bobby si alza e si dirige verso Jake Brown. Una nuova
sequenza di pugni ed un nuovo nulla di fatto.
Una bella bionda in
abiti succinti solleva un cartello che segna l’inizio del terzo round, poi del
quarto e del quinto senza che l’equilibrio venga rotto.
Poco dopo l’inizio del
sesto round Baldini viene raggiunto da un pugno alla mascella che non è stato
abbastanza veloce a parare. Barcolla, ma non cade. Tenta di colpire il suo
avversario, ma lo manca e riceve un altro colpo. Si aggrappa alle corde del ring
e riesce a tenersi in piedi. La voce del suo allenatore e manager Thomas “Pop”
Fenton gli giunge ovattata e non capisce quello che gli dice.
Con un enorme sforzo di
volontà Bobby rimane in piedi e si volta verso il suo avversario. Il gong suona
di nuovo.
Qualcosa
decisamente non va il cuore di Robert Baldini batte troppo forte, respira
troppo pesantemente. È stato drogato, è ovvio. Non può andare avanti.
Mentre mi lancio verso il ring sento Jake Brown dire:
-Che ti succede, amico?
Non stai bene?-
Robert biascica qualcosa di incomprensibile perfino per
me, poi lo sento cadere in avanti, ma, inaspettatamente, Brown lo sostiene.
-Coraggio, Bobby, non
mollare.- dice.
Balzo nel bel mezzo del ring gridando:
-Fermate tutto! Baldini
è stato drogato.-
-Ne sei sicuro, Devil?-
mi chiede Pop Fenton.
-Non lo direi se non lo
fosse.- ribatto -Guardalo, ti sembra normale?-
-C’è bisogno di un
medico!- urla Brown.
Nel caos che segue percepisco un uomo allontanarsi di
corsa dal ring. Non fa molta strada. Natasha lo blocca con uno sgambetto.
-La fretta fa male,
amico.- gli dice poi gli sferra un calcio al mento e lo stende definitivamente.
Io balzo oltre il ring e piombo davanti a Nick Cavella.
-So che ci sei tu dietro
a tutto questo, ma non posso provarlo.- gli dico -Sta attento, però, perché la
tua fortuna non durerà a lungo.-
Non mi risponde, ma sono certo che mi sta fissando con
odio.
EPILOGO
Poche ore dopo mi
ritrovo nella stanza di ospedale di Robert Baldini nei panni di Matt Murdock
assieme a Natasha, Ivan ed un bel po' d’altri.
Una lavanda gastrica ha
eliminato ogni traccia di droga dall’organismo di Robert.
-A quanto pare, chi aveva l’incarico di drogarti ha esagerato con le dosi
e tu ti sei sentito male prima e più del previsto.- gli dico -Secondo le loro
intenzioni avrebbe dovuto sembrare tutto regolare: un pugno fortunato di Brown
ti avrebbe steso e nessuno avrebbe sospettato di nulla.
-Le intenzioni di chi?- chiede Robert pur intuendo la risposta.
-Il Sindacato di Chicago tramite il suo uomo a Las Vegas Nick Cavella,
ovviamente, anche se non è ancora possibile provarlo.- dice Natasha
-I boss non saranno contenti di come ha gestito la cosa. Hanno perso un
sacco di soldi dopo che il match e le relative scommesse sono stati annullati.-
aggiunge Ivan.
-Non piangerò certo per lui.- interviene Pop Fenton -Il match sarà
ripetuto quando starai meglio e stavolta ci assicureremo che sia davvero tutto
a posto.-
-Ne puoi stare sicuro. Non voglio che ci siano ombre sulla mia vittoria.-
afferma Jake Brown.
-E chi ti dice che vincerai tu?- ribatte Robert -Se sono in forma posso
batterti quando voglio.-
Non posso evitare di
ridere.
FINE
NOTE DELL’AUTORE
Non c’è molto da dire, tutto
sommato, quindi non perdiamo tempo.
1)
Rivedremo il Punitore e magari tutta la sua squadra
di assistenti? Quasi sicuramente sì, ma ancora non possiamo dire quando, dove e
come.
2)
Elektra tornerà a farsi rivedere su Marvel Knights a
partire dal n. 124.
Nel prossimo episodio: il ritorno di un vecchio nemico. Ho detto
abbastanza.
Carlo